Ho rimandato troppo a lungo la sua lettura, me ne pento amaramente. Ma come spesso mi accade, prendo in mano il libro nel momento esatto in cui sono pronta a leggerlo, credo di averlo già detto. E così è stato.

mr-gwyn

Rinuncio a capire il perchè diffidassi dall’ultimo libro di Baricco, scrittore che apprezzo, e a maggior ragione questa diffidenza doveva essere abbattuta dal solo fatto che mi fosse stato regalato da una persona che stimo oltre ogni dire. Inutile cianciare, ne parlo brevemente per non togliervi il desiderio di leggerlo. Annoto soltanto che chi ha scritto la sinossi, pur nell’ardua situazione di dover definire una storia così particolare senza svelarne troppi dettagli, ha toppato, almeno in parte, poiché sminuisce il romanzo. Per fortuna l’ho letta dopo aver finito il libro.

Ci sono molti passaggi sui quali mi sono soffermata e che ho riletto più volte, per masticarmi le parole e sentirne la consistenza piacevole. Così ho preso la matita e, come facevo un tempo e da un po’ non mi capitava, ho segnato le righe da ricordare. Per essere sicura che ogni volta che prenderò in mano il libro mi ritornino alla mente quelle sensazioni. Vi interessa davvero la storia? Perchè la farò breve, solo per darvi l’idea: mi è sembrato un particolare non così rilevante. Inizia con uno scrittore che vuole abbandonare la scrittura ma si accorge che non ce la può fare, e si inventa una soluzione a questo problema che gli rendeva impossibile compiere un qualsiasi gesto quotidiano senza soffrire.

La leggerezza della scrittura ha fatto sì che me lo sia mangiato in pochissimo tempo, avendo la voglia che ci fosse ancora qualche pagina da leggere. Ci sono molti momenti che sospendono quello che vi sta intorno, come solo i bei libri sanno fare. E quando finiscono ti lasciano la sensazione di “un’incertezza da animale appena nato”.