Dal punto di vista di un professore di college del Midwest, il romanzo narra per buona parte la sua vita quotidiana piuttosto bizzarra all’interno di una famiglia allargata composta dai figli di diversi matrimoni (suoi e dell’attuale moglie). A causa di un incidente che provoca la fuoriuscita di materiali tossici, la vita del tranquillo professore e dei suoi familiari viene scossa e completamente modificata, tanto da diventare motivo di confrontarsi con la paura di morire. La storia muta corso fino a diventare una riflessione sulla paura di morire e sulla ossessione per le cure mediche della società moderna, il tutto raccontato con lo stile superbo di Don De Lillo, che sa catturare il lettore fin dalle prime pagine. Ammetto di averlo letto d’un fiato, con molto piacere, e di aver trovato la sua capacità di ironizzare e di descrivere i comportamenti umani in maniera fine e minuziosa sotto svariati aspetti, mescolando prosa di banale quotidianità a riflessioni profonde e situazioni assurde. In sottofondo, costante, anche ora mentre scrivo cercando di ricordarmi i mesi fa in cui lessi il libro, risuona un rumore bianco fatto di suoni e di parole, di pubblicità che pulsano ai lati degli schermi e mentre viaggiamo in macchina verso le nostre mete, una permeabilità delle nostre membrane agli stimoli esterni spesso non richiesti e non graditi ma impossibili da rifuggire.don-delillo-rumore-bianco