David Oliver Relin narra fluidamente la storia di un uomo solo che ha cercato di cambiare il mondo. Greg Mortenson viene a contatto con una cultura lontana dall’Occidente e con un territorio altrettanto lontano: il Pakistan. Giunto sin lì per scalare il K2 in un gesto commemorativo verso la sorella, morta giovanissima a causa di una malattia, si ritrova in pericolo di vita lui stesso e viene salvato dalla popolazione locale, finendo in uno sperduto villaggio. Qui inizierà la sua nuova vita, nel tentativo di portare istruzione e una vita migliore, elementi che scoprirà essere i presupposti per un benessere non soltanto di quel paese ma potenzialmente elementi di stabilità per tutta la situazione politica pachistana, afghana e non solo. Il successo del libro ha sollevato un polverone dopo un programma di inchiesta che ha cercato di far luce su come effettivamente i soldi della beneficienza fossero stati investiti e sulla figura controversa di Mortenson. Nonostante ciò, come spesso accade, la realtà può essere letta in molti modi e a volte i piani della quotidianità si inseriscono in quelli della macroeconomia e della geopolitica, modificando situazioni difficili che si protraggono da secoli e dimostrando che la violenza e le guerre si possono combattere anche e soprattutto con le parole e i gesti.

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