Ci ho messo molto a finirlo, un po’ per la corposità del testo un po’ anche perchè riesco a leggere soltanto nei ritagli di tempo che, ammetto, non sono molti ormai. E’ stato un acquisto d’impulso, senza particolari motivi. Roth ha un modo di raccontare che ti inchioda per minuti e poi viene smorzato e poi ti riprende. Purtroppo a tratti, almeno per i miei gusti, si dilunga in dettagli infinitesimali di pensieri e descrizioni che rendono bene la spirale di un flusso di pensiero o l’istantanea di un momento ma alla lunga stancano nella lettura. Ho amato alcuni paragrafi per la limpidezza della sua parola, e mi sono lasciata catturare dalla storia che altro non è che quella di una vita, la vita del professor Coleman. Nell’America al momento dello scandalo di Bill Clinton, altre figure meno pubbliche ma più interessanti si muovono sullo sfondo di una piccola città e del suo college, svelando aspetti del fare umano che non lasciano indifferenti e che producono gli eventi che comporranno la storia, raccontata dal narratore in modo non lineare e per questo più accattivante.

la-macchia-umana_roth

” Appartiene a questa generazione che è fiera della propria superficialità. La performance è tutto. Sincera e vuota, completamente vuota. La sincerità che è peggio della falsità e l’innocenza che è peggio della corruzione. Queste chiacchiere sulla loro mancanza di autovalorizzazione, quando l’unica cosa di cui sono sempre convinti, in realtà, è di avere diritto a tutto.”