“E per un attimo le tornò su quella argentea sfrontatezza che aveva da giovane, quando sapeva di non essere né peggio né meglio di tanti altri, ma solamente diversa, in un modo prezioso e inevitabile. Era quando tutto le faceva paura, ma ancora non aveva paura di niente. Ora che tanto tempo era passato, una specie di stanchezza inquieta si era presa un po’ tutto, e la nettezza di quel sentire era divenuta così rara.”

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Alcuni personaggi si incontrano per tre volte, in un momento particolare della giornata, in situazioni diverse della loro vita e che ruotano attorno a un albergo impersonale, mai lo stesso. Per il suo modo di accostare aggettivi e nomi, leggero e profondo insieme, questo libro è una buona lettura per qualche breve giornata – data la sua esiguità – continuazione del precedente Mr. Gwin che tuttavia non è necessario aver letto per apprezzare.