Tra una puntura e l’altra di zanzara ho visto anche Borat, o meglio “Borat: studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”.

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In versione originale è meglio, mi dicono, anche se già quella italiana è divertente! Sottile o esplicita presa per i fondelli di una cultura, contrapposta ad un’altra lontana migliaia di kilometri: Kazakistan incontra America. Quello che ne esce ve lo potete immaginare, considerando che lo speciale inviato del governo kazako protagonista del film è nientepopòdimeno (non è una parola italiana?) che Sacha Baron Cohen – che molti conosceranno come Ali G -.

Il giornalista Borat viene finanziato dal governo della sua nazione per girare un documentario su usi e costumi dell’America, e si scontra con numerose diverse realtà che gli offriranno spunti di riflessione su una cultura diametralmente opposta a quella nella quale è vissuto. Tra rodei e riunioni religiose, innamoratosi di Pamela Andersen, decide di viaggiare fino in California per andare a sposarla…