Walden, ovvero vita nei boschi. A parte alcuni pezzi eccessivamente descrittivi per i miei gusti, mi ha fatto sentire come se stessi leggendo parole di amici e conoscenti. Per la cronaca lo scritto di Thoreau risale a quasi duecento anni fa… Quindi se già lui ne aveva le tasche piene a un secolo dalla rivoluzione industriale, cercava di sperimentare la vita a impatto ambientale minimo, si interrogava su come fosse cambiata la morfologia delle sue terre e le specie che la abitavano, me lo vedo a passeggiare ora negli stessi luoghi, col cuore spezzato tra le mani. Anche se questa finora è stata la strada, non è detto che debba essere sempre così. Mentre oggi leggevo le parole speranzose piene di meraviglia di un amico che ha appena avuto un figlio, mi sono detta, massì, forse lo potremo rendere un poco migliore ‘sto mondo.
I went to the woods…e pensi subito all’Attimo Fuggente…ehm…ehm non centra un cacchio…ok, centriamoci.
È d’uopo pensare che ai tempi del buon Thoreau fosse ankora possibile una svolta, che se in quegli istanti di ebbre conquiste industriali massive qualcuno avesse ascoltato le belle parole da egli pronunciate nei boschi, fra i cinguettii di uccelletti e gufi, allora tutto sarebbe potuto cambiare, il nostro mondo si sarebbe potuto evolvere verso una cilviltá calma e pulita.
Invece siamo qui, in mezzo a una grande chiazza di petrolio aspettando che venga un ufo a salvarci.
già! ma dici che non c’è possibilità di cambiamento? forse avevamo bisogno di toccare il fondo per risalire..