Stavo riflettendo sull’essere vivi, mentre il corpo era impegnato in azioni meccaniche che non richiedevano la mia reale presenza. Mi escono solo parole ridondanti ma vuote, per chi legge. Come si fa a dire di vivere come se fosse il tuo ultimo giorno? Certo, domani potremmo non essere più qui e la Terra implodere o qualsiasi altra piccola enormità che devii il corso supposto per le nostre esistenze nel breve periodo. Ma con tutte le scadenze, il lavoro, la famiglia, la politica, l’ecosistema, la filosofia, qualsiasi sia ovviamente il nodo di pensieri che vi si forma in testa, quando ti resta lo spazio per respirare? Guardare semplicemente un insetto che si infila tra le foglie, le forme delle nuvole che cambiano, la faccia di chi amiamo e oddio, mi vengono in mente mille piccoli altri gesti di distensione che mi fanno apprezzare l’esistenza. Oppure succede qualcosa di inatteso che mi fa assaporare il piacere di passare del tempo con una persona. Io cerco di ricordarmi di cogliere l’attimo, ogni tanto mi perdo e ogni tanto mi ritrovo. Talvolta vedo dei visi spenti e penso che peccato, che loro non se lo ricordino. Poi vedo visi pieni di vita e mi dico, dai, ce la possiamo fare.

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(image credits: drop of imagination)