Le insidie si nascondono ovunque, stavolta in un opuscolo sulla mostra di Carpaccio (pittore antico) che ho inavvertitamente lasciato sul tavolo dove è stato trovato da mio figlio treenne che, incuriosito, lo sfoglia. La prima pagina, dopo una copertina invitante con un dipinto di San Giorgio che infilza il drago (“Perchè lo vuole uccidere?”), mostra tre dipinti di santi torturati, chi con una mannaia nel cervello e una sul cuore, chi impalato con le frecce, chi punzecchiato sulle cosce. Molto bene, ora trova in pochi secondi una risposta ai suoi leciti quesiti sul perchè li stiano torturando e soprattutto perchè lo devono dipingere in una stanza a monito futuro. E qui a spiegare con parole a lui comprensibili che ai tempi antichi si stava poco a passare alle mani e non c’era molta libertà di opinione, mentre nella mia testa scorrono immagini attuali dove le torture sono simili, se non proprio le stesse, a testimoniare che ovviamente non c’è nemmeno oggi molta libertà di opinione o di esprimere le proprie idee, e non serve andare troppo lontano da casa nostra. Mi sforzo dunque di insegnare tolleranza e rispetto, come molti altri valori e concetti che gli voglio trasmettere e che noi mettiamo in pratica per primi come singoli individui nella nostra famigliola, e mi sento ripetere sempre che è la piccola goccia nell’oceano, ma so che se attecchisce sarà pur sempre un cambiamento e un regalo, anche in mezzo allo schifo, e che forse potrà contagiare il resto ragionando con la propria testa.

goccia