Ebbene sì. Farò una breve, brevissima nota.
Non ci sarà indignazione, tritume, vendetta, ma: mi starebbe bene la flessibilità lavorativa se fosse bilaterale, e forse anche se l’avessi scelta pienamente io. Rimane il fatto che non c’è scelta, o meglio, sempre tra il male e il meno peggio, per me come per milioni di altri ragazzi. (E ho provato l’ebbrezza di costituire un gruppo su facebook, vediamo come va. Se vi interessa ha il titolo di questo post.)
Connessioni permettendo, dicembre sarà un mese di post atipici, da entità precaria quale sono.
Un’unica cosa mi trattiene dall’essere furioso. Che nella transazione a senso unico che c’è stata qualcuno è uscito più povero, molto più povero. E non è l’amica mia 🙂
Molte volte sembra che si dimentichino qual’è il vero valore di un’impresa, non i muri, non i macchinari ne la liquidità, ma le persone che ci lavorano.