E’ un argomento che non mi ha mai lasciata indifferente, tuttaltro. Mi chiedo quante altre prove della rovina siano necessarie perchè cambi qualcosa nell’ordine delle priorità dei governi di tutto il pianeta. Se non cerchiamo di mantenerlo vivo, a che servono tutti i soldi che si stanno accumulando al momento? Ma il pensiero sembra non sfiorare alcune menti, troppe.

clima

Se avete qualche minuto, leggete uno degli appelli che più di cinquanta giornali nel mondo hanno lanciato ai potenti della Terra.

Farò comunque un piccolo riassunto.

Incremento della temperatura globale: Il mondo deve prendere delle misure per contenere entro 2°C gli incrementi della temperatura, un obiettivo che richiederà che il picco globale delle emissioni e l’inizio del loro successivo decremento avvenga entro i prossimi 5-10 anni.

Accordo per un trattato: Sono in pochi a ritenere che Copenhagen possa ancora produrre un trattato in una sua versione finale – verso un tale trattato si è potuto cominciare a fare reali progressi solo con l’arrivo del presidente Obama alla Casa Bianca e la fine di anni di ostruzionismo degli Stati Uniti, però i rappresentanti politici devono trovare un consenso sugli elementi essenziali di un accordo giusto ed efficace nonché su un rigido calendario per trasformarlo in un trattato.

Ricchi e poveri ed emergenti: Alle nazioni ricche piace ricordare la verità aritmetica secondo la quale non ci può essere una soluzione finché i giganti del mondo in via di sviluppo, quale la Cina, non adotteranno misure più radicali di quelle messe in atto finora. Il mondo ricco, però, è responsabile per la maggior parte dell’anidride carbonica che si è accumulata nell’atmosfera, deve quindi ora indicare la strada e ogni singolo paese in via di sviluppo deve impegnarsi a ridurre le emissioni. La giustizia sociale esige che il mondo industrializzato si dimostri generoso nel fornire risorse per aiutare i paesi più poveri a adattarsi al cambiamento climatico e a adottare tecnologie pulite che consentano loro di crescere economicamente senza che ciò comporti un aumento delle emissioni. Anche l’architettura di un futuro trattato dovrà essere stabilita in maniera ferma.

Vita quotidiana: Molti di noi, nel mondo sviluppato in particolare, dovranno cambiare il proprio stile di vita. L’era dei voli che costano meno del tragitto in taxi all’aeroporto sta volgendo alla fine. Dovremo acquistare, mangiare e viaggiare in maniera più intelligente. Dovremo pagare di più per l’energia e usarne meno. La prospettiva del passaggio a una società a basso impatto di anidride carbonica contiene tuttavia più opportunità che sacrifici. Alcuni paesi hanno già verificato che abbracciare la trasformazione può portare crescita, posti di lavoro e una migliore qualità della vita.

Sono d’accordo, voglio solo rimarcare che nel nostro piccolo possiamo dare il nostro contributo (e so che a volte costa fatica), a patto che non ci ammorbino per una lampadina accesa in più quando ci sono industrie e città e stati che non si preoccupano di risparmiare l’energia o di ridurre l’impatto sull’ecologia, perchè allora “non ci sto”!