Niente di diverso da quello che mi aspettavo per il concerto dei Motel Connection, ero in vena di sentire questo genere di musica e mi son divertita. Forse fa impressione solo quando penso agli anni che sono passati dalla prima volta che ho sentito una loro canzone, costola dello stile Subsonica, e all’età che avanza anche sui volti e i fisici dei musicisti davanti a me. Intorno invece, quasi solo gioventù: braccialetti luminescenti al buio, tacchi – a un concerto del genere? – e bei vestiti, centinaia di cellulari  e fotocamerine che riprendono pezzi di serata. E’ qualcosa che solitamente evito, ma ci può stare, intendo il fatto di fare qualche foto o breve video di un evento. Anche se la moderazione sarebbe una buona cosa: perchè vai a un concerto per passarlo nella sua interezza dietro uno schermino, anziché guardare e sentire con i tuoi sensi mentre sei lì presente? Aberrazione più totale nel tizio davanti a me, che è stato per mezz’ora su Facebook (vi chiederete perchè non mi son fatta i  miei affari? Vi dirò che al buio della sala lo schermo del cellulare è come un faro nella notte, e già che eravamo delle sardine, non ho potuto evitare di chiedermi cos’avesse da smanettare tanto il suo I-phone. Ecco.).

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Bene, lamentele a parte – e dire che mi sono contenuta ma potrei continuare… – questo post per dirvi anche di tener d’occhio gli Hate Boss, gruppo veneto che avevo avuto modo di sentire tempo fa e che dal vivo, ammetto, fanno scintille.