Come spesso mi capita non leggo le trame e le schede dei film, ma vengo attratta da elementi apparentemente minori – ma studiati apposta, si sa – quali titolo, immagini o poster, una frase di payoff sulla copertina.

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Così mi capita di vedere “Never let me go” che sembrava essere un film sulle complesse relazioni di amore e amicizia di alcuni ragazzi cresciuti assieme in un idilliaco college in campagna, ignari di essere – come si viene a scoprire nel corso della storia – dei cloni, realizzati per donare un giorno non lontano  i propri organi. Il tempo e lo spazio sembrano a noi familiari, anche se in realtà non si riesce a definire un’epoca esatta in cui il racconto può essere collocato. E i cloni, avranno un’anima? Saranno capaci di sentimenti veri e di tutta quella miriade di sfumature che compone l’essere umano?