Opera che porta il figlio di David Bowie, Duncan Jones, sulle tracce della SFX degli anni Sessanta in un’ottima miscela: scenografie, citazioni (Kubrik in primis) e una splendida interpretazione di Sam Rockwell.

moon

Sam Bell è un’astronauta che lavora sulla Luna da tre anni per estrarre il materiale che fornisce l’energia pulita utilizzata sulla Terra e che ha risolto il problema energetico del pianeta. Bell, però, giunto quasi allo scadere della sua missione, è isolato a causa di un problema con le trasmissioni che rende impossibile il collegamento diretto Terra-Luna e da tre anni non riesce a comunicare direttamente con la sua famiglia né con i datori di lavoro. Ridotto a monologhi solitari, la sua unica compagnia è il robot Goerty (doppiato da Kevin Spacey, che replica esattamente il timbro incolore di Hal 9000), che si prende cura di lui e gli fa compagnia, umanizzato dallo schermo che proietta emoticon – che mi ricordano tanto gli anni Ottanta -.

Lo stile lineare lo rende un ottimo film, intelligente e ben curato, dal sapore retrò arricchito dalla colonna sonora che restituisce l’inquietudine di una storia dove il protagonista deve riuscire a sopravvivere al suo stesso essere.