In passato mi sono letta altre cose di Rifkin (es. “Economia all’idrogeno”), trovandolo sempre molto interessante e acuto. Soprattutto dà l’idea di essere uno che sa quello che dice, e spiega molti aspetti dal suo punto di vista di esperto economista senza troppi filosofeggiamenti. Il succo di questo imponente saggio è la tesi che vede l’uomo ormai agli sgoccioli della sua capacità di sostentamento, in un’economia in crisi evidente e su un pianeta le cui risorse – ce ne siamo accorti tutti, anche i più ottusi – sono in graduale esaurimento. L’uomo è un essere empatico, ma se finora è stato abituato a muoversi nella sua cerchia ristretta comunitaria, si trova ad affrontare un allargamento dei confini di questa comunità che è diventata virtuale e molto più estesa. Se saremo in grado di ampliare anche le nostre coscienze empatiche e sfruttare quest’opportunità, forse ci riusciremo a mettere sulla buona strada per non collassare come intero sistema planetario. L’utilizzo poi delle fonti energetiche alternative (vedi l’idrogeno) su larga scala, ci potrebbero salvare la pelle anche se, me ne rendo conto, qualcuno ci ha instillato il dubbio che le energie alternative non coprirebbero mai i nostri fabbisogni così estesi. Sto cercando di riassumere anche se la cosa risulta estremamente limitativa, perciò vi consiglio di provare a leggerlo, partendo con la mente sgombra.

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“La generazione che si è affacciata alla conoscenza nel terzo millennio dà per scontato che il mondo è fatto di condivisione e cooperazione. Le vecchie generazioni hanno ancora un’idea del cambiamento dettato dall’alto verso il basso, i giovani vivono in una dimensione decentrata, sono interconnessi orizzontalmente, senza gerarchie. I nostri figli ogni giorno attraverso GoogleMap si percepiscono come cittadini del pianeta terra. Questi ragazzi abituati a usare Skype per parlarsi col compagno di Tokyo intuiscono che siamo un’unica famiglia planetaria, per loro è più facile comprendere che ogni gesto quotidiano in ogni angolo del mondo ha un impatto in tempo reale sulla biosfera e colpisce la specie umana ovunque essa si trovi. Li si è già avviata la transizione verso una nuova forma di coscienza”.

(sempre più l’insegnamento che Gandhi diede all’epoca mi risulta utile alla vita serena di oggi: se vuoi vedere un cambiamento, inizia ad essere tu quel cambiamento. i nostri piccoli passi sono fondamentali.)

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