Ogni mattina mi ritrovo davanti al naso una frase del genere “carpe diem” che ho scritto tempo fa, in una determinata occasione nella quale ho avuto bisogno di ricordarmi dell’importanza di vivere il presente.

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Leggevo in questi giorni articoli sull’argomento dei giovani d’oggi e mi appuntavo freneticamente nomi di saggi e testi vari da recuperare, quando a un tratto mi sono resa conto di essere in disaccordo con quanto leggevo. Esattamente come avveniva una decina di anni fa (sic!), quando studiavo sociologia e puntualmente si verificava un rifiuto totale dell’applicazione di leggi e categorie a noi giovani, quando sorridevo internamente se alla televisione parlavano dei ragazzi come degli sfuggenti ribelli, quando aleggiava un senso impreciso di quello che si voleva ma si sapeva di per certo che noi non saremo mai come voi (cit. T.A.R.M.)…

Non so se sono ancora nello splendido noi (passa il tempo, mannaggia!), tuttavia mi rallegro per molte delle cose che fanno e sono i giovani di qualche anno fa, che ce la fanno nonostante tutto, sempre senza soldi, incasinati, socialmente irrilevanti – devo continuare? – del resto, cosa pretendete voi da una generazione cresciuta con l’Attimo Fuggente?