Ora ammetterò una cosa che mi costa…non avevo mai letto Erri De Luca. Certo, nel bigliettino decennale sul quale annoto i titoli da leggere c’era anche lui, ma non mi ero mai decisa a prendere il suo libro. E, inaspettatamente, mi è arrivato in regalo Il giorno prima della felicità.

E’ un libro scorrevole, con la profondità che uno scrittore del suo calibro riesce ad avere senza sforzo apparente. Parla di Napoli e di persone che la hanno vissuta, e mentre leggi i sapori e i profumi ti entrano nelle narici e in bocca. C’è un ragazzino solitario che scopre la vita e la sua città attraverso i racconti di un portinaio, che gli insegnerà molto e che lo aiuterà, senza saperlo, a diventare uomo. E c’è Anna, l’amore.

Ci sono molti passi che rasentano la poesia, nella storia. Ultimamente mi sembra sempre di essere a corto di parole, di non voler svelare troppo per paura di guastarvi il piacere. E di tutto quello che ho letto, mi resta la voce nella testa, una voce antica, che dice “T’aggia imparà e t’aggia perdere”.