E’ passato un po’ di tempo da che l’ho visto, e nel ripensare a questo film mi rimane un sapore amaro, nel senso di riflessione amara sui temi che tratta. Molto intelligente la scelta di regia, una fotografia estremamente pulita e attori sui quali non serve far propaganda (Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman), per sintetizzare. Si narra di un prete e di una suora nell’America degli anni Sessanta e dei rapporti tra studenti e religiosi, in un’ambientazione molto teatrale e fedele al testo di origine a livello visivo e per questo ancora più interessante. Ognuno dei tre principali personaggi rimane chiuso nelle sue convinzioni, e dipana le proprie riflessioni e comportamenti secondo logica fino alla fine, in un crescendo di emozioni dove inizia a insinuarsi il dubbio. La fine è in linea con la storia, non la spoilero ma lascia con questo sapore amaro di cui dicevo sopra. Fin dove può spingersi la nostra immaginazione e il pensiero, dove sono i confini leciti del dubbio? Molte domande sorgono, molti comportamenti possono essere letti in chiavi differenti e ognuna paradossalmente verosimile.

2034