Sembra che una questione portante di questi giorni è Facebook. Qualche anno fa, mentre all’estero già era utilizzato ampiamente dalla popolazione internettiana, in Italia – so, è superfluo dirlo – nessuno se lo calcolava minimamente, questo libro delle facce. Qui trovate vita morte miracoli di Facebook.
E ora arriviamo, lenti, anche noi della penisola. I motivi per entrarci sono i più svariati: chi ci entra per sbaglio (vuoi vedere le mie foto? clicca qui…e io così mi son fatta l’account!), chi per socializzare persino con i compagni dell’asilo (se non ci vediamo da decenni, ci sarà un perchè), chi per far vedere che ha tanti tanti amici (che poi magari nemmeno si ricorda la faccia. a tal fine l’icona rappresentante l’utente può tornare utile), chi per controllare la vita di chiunque conosca (e ce ne sono, credetemi).
Oltre all’essere resi pubblici in ogni forma e maniera, potenzialmente 24h su 24h, con questo grande fratello allargato all’atto della sottoscrizione accetti il fatto che il tuo account non lo potrai levare mai più dalla rete. E sennò, che rete è!
Fioriscono gruppi di qualsiasi sorta al suo interno, e chiunque possieda un account ne può realizzare uno. Sembra che quello che va più forte è “Al lavoro cazzeggio su Facebook”. E dunque al lavoro, parlando delle classiche cose serie, cominciano i primi campanelli d’allarme, così Facebook sembra sarà bannato dai siti consentiti alla navigazione sui posti di lavoro. A parte il panico di chi ormai ne è dipendente all’idea di venir privato di tale strumento ritenuto “socializzante” (in maniera distorta), credo che come per qualsiasi altra distrazione derivante da internet, ne uscirà sempre una nuova! E la censura serve a poco.
Chissà com’erano i tempi in cui per distrarsi si passavano le ore a guardare fuori dalla finestra.
Anche io ero terrorizzato all’inizio, vedevo quell’enorme pulsantone di registrazione ringhiarmi contro minacciosamente ogni volta che mi avvicinavo. Poi per fortuna l’overdose di internet che mi faccio quotidianamente da almeno 10 anni mi ha penso immunizzato dal virus del “social network”, e riesco comodamente a lasciare dormiente per mesi il mio account.
Vorrei estendere però la riflessione con un quadro totalmente diverso che viene da fuori dell’Italia, dove come al solito su tutte queste cose così “tecnologiche” arriviamo con anni di ritardo: il fenomeno è inutile dirlo ha preso ovunque, ma la sua estensione in un mondo molto più a suo agio con queste tecnologie rispetto a noi ha partorito interessanti prospettive…
“Perchè “bannare” facebook, ci vanno tutti, tutti si scambiano tra loro opinioni, è un posto perfetto dove farci soldoni” è quello che pare mormorare l’arrivo di campagne di marketing mirate attraverso il network. Esempio: se un mio dipendente ha 50 amici in media, io ho 50 dipendenti, facendo apparire l’immagine di un prodotto mio, uno slogan, un link posso raggiungere a costo zero 2500 potenziali clienti… E questo in maniera molto semplice, ci sono anche cose molto più raffinate.
Basti pensare alle recenti elezioni americane. Non è difficile sentir dire come strumenti come facebook e youtube abbiano mosso una grossa fetta dell’elettorato.
Se essere spaventato o no dalla cosa non so. Io da “malato” della rete cerco di vederla come una nuova dimensione di comunicazione. Siamo animali sociali, che amano comunicare, se c’è un mezzo che mi permette di farlo senza confini perchè dovrebbe essere “male”?
Lo diventa solo se chi lo usa ne abusa (cercando di sostituirlo a tutto il resto) o lo usa per FARE del “male”.
yeah i like yours opinions. w minnesota, w michigan!!