E’ un libro che avrete letto quasi tutti, a chi sarà piaciuto e a chi meno. A me parecchio, splendido Oscar Wilde, e ciò forse limita il mio giudizio sul film che da questo libro è tratto.

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La storia racconta del giovane elegante e puro Dorian Gray, giunto a Londra per godersi l’eredità del vecchio nonno morto. Qui incontra un pittore con il quale fa amicizia e che lo ritrae nella sua splendida bellezza in un quadro che coglie l’aspetto più vero del giovane, del quale egli stesso è quasi geloso, sentimento che lo porterà a desiderare di essere per sempre puro come sembra in quel ritratto. Nello studio dell’amico conosce anche Lord Wotton, esteta cinico che catturerà le attenzioni di Dorian con i suoi paradossi e aforismi, e che gli aprirà le porte del vizio corrodendone l’anima. Nel frattempo il quadro che lo vede ritratto assume tutte le impurità dell’animo di Dorian, che rimane nel corpo esattamente come il giorno del ritratto.

Bella la fotografia, a tratti molto dark, ma è davvero difficile tentare l’impresa…Per quanto il regista – che già si era confrontato con altre opere di Wilde – si sforzi, sembra rimanere sempre sulla superficie, e il protagonista (per me Dorian rimarrà come me lo ero immaginato, bellissimo e alquanto diverso da Ben Barnes) non comunica fino in fondo i tormenti di un antieroe come Dorian, a tratti troppo ridondante nel suo culto totale per l’estetica e l’edonismo. L’aggiunta di personaggi ed elementi estranei al libro nell’epilogo risulta superflua a mio parere, modificando la struttura di un’opera di per sè già completa.

Ps: ho allegato la locandina originale del film e ho notato che gli hanno colorato – non si sa ben perchè – gli occhi di azzurro, bèccati!