“La produzione di cultura è come la ricerca scientifica. Proviamo a sopprimerla e finiremo a girare nudi come gli uomini primitivi. Questo progetto di legge non è fatto per azzerare la cultura, ma per renderla una merce e quindi appannaggio solo di chi avrà la possibilità di comprarla.”

arte(immagine di Sardegna cultura)

Parole del buon Ascanio Celestini tra i vari protestanti in piazza contro le riforme che stanno attaccando alla giugulare il teatro. E siccome ci lavoro, col teatro, non mi posso far sfuggire così la possibilità di dire la mia. Finché ce l’ho.

Quindi, diamine, sono d’accordo con quanto sopra e penso che la cultura non possa esser vista in termini meramente economici, lo dimostra la storia, non per far polemiche di bassa lega. Il mio blog non ha velleità di sviscerare temi di attualità o politica o quello che è, voglio solo raccontarvi un po’ il mio punto di vista sulle cose che mi passano davanti come già spiegai alla nascita sua. Il teatro e tutte le espressioni culturali di valore, vanno tutelate perchè stimolano le teste a pensare (se è quello che vogliamo dai cittadini, che siano esseri autonomi e pensanti). Che poi ci siano sovvenzioni per cose più o meno discutibili, lì sono d’accordo, ci vuole un buon metro di misura, che non risenta di gusti personali ma che trovi un modo per essere obiettivamente valido nel decretare il merito di qualcosa. Magari se uno in teatro ci va poco, forse penserà chissenefrega che taglino anche il teatro come già si è fatto con la scuola, la ricerca, lo stato sociale. Che l’è la cultura per esser di meno? Quando gireremo nudi, ne riparliamo.